domenica 12 maggio 2013

LE RESISTENZE ALLA PSICOTERAPIA


Non so se avete avuto l'impressione che la tecnica psicoanalitica sia particolarmente difficile. Io penso che sia assolutamente adeguata alla materia di cui deve venire a capo. Ma certo è che non è ovvia, che dev'essere imparata al pari delle tecniche dell'istologia o della chirurgia. Vi stupirete forse di apprendere che in Europa abbiamo ascoltato una quantità di giudizi negativi sulla psicoanalisi da parte di persone che non sanno nulla di questa tecnica, che non la applicano, e che poi - come per beffa - pretendono da noi che proviamo loro l'esattezza dei nostri risultati. Tra questi oppositori vi sono per certo anche persone alle quali di solito non è estranea una mentalità scientifica, persone che per esempio non rifiuterebbero il risultato di un esame microscopico per il fatto che non è confermabile sul preparato anatomico a occhio nudo, e prima di aver giudicato il dato in questione avvalendosi del microscopio. Ma quando si tratta di ottenere un riconoscimento per la psicoanalisi la situazione presenta difficoltà maggiori. La psicoanalisi intende portare il materiale rimosso della vita psichica a un riconoscimento cosciente, e chiunque la giudichi è egli stesso un uomo che possiede siffatte rimozioni, e che forse le tiene a bada soltanto a fatica. Essa è quindi destinata a provocare in lui la stessa resistenza che risveglia nei malati, ed è facile per questa resistenza mascherarsi da rifiuto intellettuale, accampando argomenti simili a quelli che nei nostri malati ribattiamo con la regola psicoanalitica fondamentale. Come nei malati, anche nei nostri avversari possiamo spesso costatare un influsso affettivo molto considerevole sulla facoltà di giudizio, nel senso di una riduzione di quest'ultima. L'alterigia della coscienza, che per esempio rifiuta il sogno con tanto disprezzo, è uno dei più potenti meccanismi protettivi di cui siamo universalmente provvisti contro l'infiltrazione dei complessi inconsci; ed è per questo che è così difficile convincere gli uomini della realtà dell'inconscio e insegnare loro a conoscere cose nuove che contraddicono il loro sapere cosciente.
Sigmund Freud - Terza conferenza sulla psicoanalisi, 1909


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