La sindrome di Peter Pan è una condizione psicologica non
classificata come disturbo mentale. In realtà si chiama nanotenia psichica e
rientra nella casistica dei disturbi da immaturità psicoaffettiva. Infatti,
come il personaggio della nota fiaba, che si rifiutava di crescere, chi è
affetto da questa sindrome, anche se è già adulto, in varie
situazioni della vita tende ad assumere degli atteggiamenti da bambino o adolescente. La sindrome di Peter Pan è un
disturbo serio e su cui non si scherza perchè in grado di provocare enormi
disagi e sofferenze. La persona affetta da questa sindrome è generalmente molto
intelligente, brillante, affascinante, a volte anche ben inserita nel lavoro,
ma totalmente incapace di amare e di coltivare relazioni profonde ed
autentiche. Il Peter Pan sa socializzare molto bene, ma non sa relazionare
affatto. Nella relazione con gli altri cerca sempre di primeggiare o di stare
al centro dell'attenzione. E' in grado di vivere delle strepitose passioni
sessuali, salvo diventare freddino quando si impelaga in relazioni serie.
L'immaturità psicoaffettiva è destinata ad aggravarsi con il passare degli
anni, perchè la crescita costituisce il disadattamento più grave per il Peter
Pan. Infatti, alla base della sindrome omonima c'è un profondo rifiuto di
crescere. Si tratta di una condizione naturalmente inconscia, che lavora al di
sotto della coscienza dell'individuo, ma che provoca grande sofferenza. Il
Peter Pan, infatti, proprio come un bambino, è portato a guardare solo al lato
divertente e positivo della vita, sfuggendo a quello negativo. Per non
soffrire, evita. E cosa evita? Le scomodità, le responsabilità, il rischio.
Tutte cose che si affrontano per crescere. Quando gli eventi dolorosi o
negativi della vita gli si presentano comunque, il Peter Pan può reagire con
rabbia, frustrazione o totale rifiuto dell'evento che lo porterà a sviluppare
dei sintomi fisici o psichici, come cefalee, mal di stomaco, ansia,
depressione, Doc, sbalzi di umore. Possono cadere
in depressione ogni volta che devono incontrarsi con i parenti o assumere delle
responsablità troppo gravose all'interno della famiglia. In questi casi non
serve uscire dal disturbo fisico o psicologico, ma dalla sindrome che li ha
determinati. Il Peter Pan è vittima di uno schema errato: è come
se tenesse in vita un ruolo che appartiene al passato. Si sente bimbo o figlio,
anche quando dovrebbe sentirsi adulto. E' come se la sua mente fosse rimasta
"congelata" nel passato. E' chiaro che una persona con uno schema
emotivo infantile non avrà alcuna capacità di adattamento ai normali
cambiamenti richiesti dalle varie fasi della vita. Per lui sarà faticoso
adattarsi al ruolo di marito, moglie o genitore o nonno, ad esempio, perchè lo
schema emotivo che guiderà le sue azioni, i suoi comportamenti e le sue
reazioni, sarà sempre quello di quando era bambino. Ecco perchè il Peter Pan si
trova a suo agio solo nelle situazioni in cui può primeggiare(anche nel lavoro)
o non deve assumersi alcuna responsabilità ( vedi relazioni sentimentali non
impegnative). Impegno e responsabilità, specie nei confronti degli altri, sono
vocaboli che la mente dell'immaturo patologico non è in grado di comprendere ed
attuare. Potete immaginare il disagio di una persona che anche a 50 anni
continua a vedere la vita come quando ne aveva 5. Nel tentativo di evitare la
sofferenza degli adulti, questa persona vivrà una sofferenza ancora più grande:
il disadattamento alla vita. Possono essere vittime di immaturità
psicoaffettiva i figli di genitori deboli o depressi o che li hanno amati poco
o che erano affetti da una personalità dipendente.
Per vincere i disagi
provocati dalla sindrome di Peter Pan occorre una corretta psicoterapia, ma anche
tanta comprensione e perdono. Il Peter Pan ha paura di crescere perchè ha paura
di amare, perchè non gli è stato insegnato ad amare o perchè non è stato amato
e, conseguetemente, si ama poco. Chi non sa amare si pone sempre come un bimbo
che cerca di ricevere, invece che di dare.
La prima mossa per venir fuori dalla
sindrome è imparare ad amarsi per poter amare. Su questa strada diminuiranno
anche i disturbi psicosomatici e quelli psicologici.
Secondo passo: bisogna elaborare la
causa della sofferenza passata alla base della sindrome ed accettarla per
quello che è: un fatto immutabile.
Terzo passo: imparare ad accettarsi con i
propri limiti, anche quello di sentirsi sempre degli adolescenti.
Per superare le
condizioni più gravi, come il rifiuto delle responsabilità quotidiane o la
tendenza a cercare solo il lato piacevole delle cose della vita, escludendo gli
aspetti negativi (che non venendo accettati causano ansia o depressione), è
indispensabile una psicoterapia anche ad indirizzo cognitivo comportamentale.
mi viene da domandare allora una cosa: un individuo davvero "affetto" da questa sindrome è consapevole di comportarsi come un bambino o invece non ci fa neanche caso?
RispondiEliminaPurtroppo si ... Ne siamo consapevoli, ed è bruttissimo credimi...
EliminaIo sto' vivendo un incubo con il mio compagno di 41 anni,spesso si rifiuta di alzarsi per andare a lavoro gli vengono tutti i mali del mondo,vive con la mamma e lui non fa nulla se non ielo impone lei, se devo fare delle visite o aggiustare l' auto o gli viene un male o viene ma devo vedermela io.Vuole incontinuazione giocare con i giochi on line,per i panni la madre li deve comprare sotto le sue direttive,corre sempre in cerca degli amici molto piu' piccoli di lui e senza figli o addirittura senza mogli per fumarsi canne o perdere tempo.Se gli voglio parlare di alcune pratiche da leggere o sbrigare dice direttamente che non ne capisce.Non esiste Natale compleanno ecc ammeno che non organizzi io ma come vuole lui eccc eccc NON CE LA FACCIO PIU'.
RispondiEliminaProva con la "compassione" stai vicino a lui come se la sua sindrome avesse colpito anche te. Ma fino a quando ci sarà la Madre sarà difficile cambiare le cose.
RispondiEliminail mio compagno lamenta stress ,vorrebbe andare con i suoi amici a viaggiare è ambizioso ma nello stesso tempo non vuole perdere me e i suoi figli sono disperata,vorrebbe fare cose che solo un single può fare ma ha una famiglia ,ma è stressato perché non sa se rinunciare a noi , è confuso
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