martedì 5 marzo 2013

DERMATOSI PSICOSOMATICHE


La pelle rappresenta l'involucro protettivo e insieme di contatto con il mondo esterno. Struttura di confine fra il sé ed il non sé è forse più di ogni altra parte del corpo implicata nelle vicende psico-emotive dell'individuo.
Già osservando con attenzione un bambino nei primi mesi di vita, non possiamo non avvertire l'intensità comunicativa dei reciproci contatti cutanei tra madre e bambino in termini di carezze, abbracci e vari altri tipi di stimolazioni ed esplorazioni. Osservazioni sul bambino piccolo e correlate indagini psicoanalitiche ci hanno fatto capire quanto sia importante la pelle come fattore di organizzazione dell'identità e delle funzioni dell'Io.
Anche nella quotidianità possiamo intravedere i profondi legami fra psiche e pelle. il nostro linguaggio è ricchissimo di "modi di dire" che sottolineano la mediazione della pelle in molte nostre èmozioni e stati d'animo. "Rosso dalla vergogna", "bianco dalla paura", "ho la pelle d'oca", sono espressioni che coloriscono comunemente il nostro modo di parlare, mentre cambiamenti dello stato fisiologico della pelle accompagnano effettivamente stati emotivi come collera, paura, vergogna, ansia, ecc.. Cambiamenti anche di lieve entità, come il calore o la sudorazione delle mani, possono essere un importante segnale di vissuto emozionale, ed essere parte integrante della cosiddetta comunicazione non verbale. Non dobbiamo quindi stupirci se anche molte malattie dermatologiche, del tutto o in parte, possano essere correlate alla presenza di conflitti psicologici che proprio attraverso la pelle possono esprimersi ed esteriorizzarsi. Si potrebbe affermare che la pelle è, insieme agli occhi, l'altro specchio dell'anima.
I dermatologi hanno da sempre considerato il fattore psichico come cofattore patogenetico di moltissime dermatopatie. Al di là delle implicazioni e delle teorizzazioni di psicologia e di psicodinamica, è di comune riscontro clinico una componente eziopatogenetica emozionale in gran parte delle malattie della pelle. In alcune di queste tale componente appare più evidente e più fortemente condizionante, configurando i quadri delle cosiddette "dermatosi psicosomatiche", come orticaria, dermatite atopica, alopecia areata, psoriasi etc.

Orticaria -In un terzo delle orticarie gli stimoli psicogeni sembrano avere un i ruolo scatenante o aggravante. I pazienti con orticaria sono spesso ansiosi, depressi e provano sensazioni di inadeguatezza. Altri autori segnalano tensioni e difficoltà nelle relazioni a livello lavorativo, scolastico o familiare. Le personalità che sembrano predominare sono la iperemotivo-ansiosa, la insicuro-astenica e la aggressivo-irritabile. Nei pazienti orticariani viene descritta anche la ricerca di protezione da parte dello psichiatra e dello psicoterapeuta nel tentativo di un superamento della loro inibizione, passività e condizione regressiva.
Dermatite atopica - Tutti i sintomi della dermatite atopica possono recidivare o aggravarsi in occasione di stress e conflitti psicologici, come possiamo riscontrare in numerose ricerche. In molti casi è stato riscontrato, a dimostrazione dell'influenza dell'ambiente familiare, che in famiglie dalle caratteristiche "morali/religiose" i sintomi sono più gravi e più numerosi rispetto a famiglie "indipendenti/organizzate". Importante il rapporto con la madre e con le persone significative in genere: insieme ad una variabile che è congenita, ne esiste una seconda fortemente condizionata dal tipo e dall'intensità dei rapporti affettivi. Da altri studi emerge inoltre che la maggior parte di questi pazienti soffre di nevrosi d'ansia ed è caratterizzata da grande passività nel comportamento. Fino ad oggi comunque non è stata individuata una struttura psicologica comune a tutti i pazienti, anche se emergono elementi ricorrenti come labilità emozionale, sentimenti di indipendenza, difficoltà sessuali ed una spiccata tendenza a rivolgere gli impulsi aggressivi verso di sé piuttosto che contro bersagli esterni.
Acne -Sono note a tutti le componenti somato-psichiche della malattia acneica, e più volte è stato ribadito che l'acne può condizionare seriamente lo sviluppo della personalità del giovane. Ansia, tensione, autosvalutazione fino alla riduzione dei contatti con gli altri e con l'altro sesso ed in certi casi fino al ritiro sociale con scarso rendimento scolastico e lavorativo sono i sintomi psicologici indotti dalla malattia somatica. Più controverso, anche se da molti accettato, il ruolo dei fattori psicologici nel determinismo dell'acne. Si è parlato di scarsa forza dell'Io, di insicurezza e sottomissione e di scarsa tolleranza alle frustrazioni dell'ambiente. Altra situazione, se vogliamo paradossale, è quella nella quale le manifestazioni acneiche sono una patologia atta ad alleviare l'ansia del paziente. L'acne diventa in questi casi un alibi per ridurre le occasioni, per alcuni molto ansiogene, di incontro con gli altri. La scomparsa delle lesioni acneiche, ottenuta con le varie terapie, può creare grosse difficoltà di adattamento alle nuove situazioni.
Alopecia androgenetica - In questa patologia, anche se lo stress può essere un fattore aggravante o precipitante della caduta, l'affezione è considerata principalmente somatopsichica, cioè caratterizzata da disagi psicologici questa volta conseguenti a disturbi corporei. Lo stress e l'ansia che accompagna la caduta di ogni capello possono veramente, se non contenuti o elaborati, trasformarsi una "tragedia irreparabile", come diceva D'Annunzio.
Psoriasi -Le cause ipotizzate sono fattore basale ereditario e fattori scatenanti legati allo stress. Nei casi studiati vengono spesso rilevati presenza di ansia e tratti narcisistici del carattere. Si descrive esso come il realizzarsi di una fuga nella malattia da parte di molti psoriasici nel tentativo di sottrarsi alle problematiche della vita e alle difficoltà dei rapporti interpersonali. È come se la protesta e 1'aggressività prenda in questi casi la via linguaggio corporeo e sia la cute a gridare a tutti la protesta dell'Io.


TERAPIA DELLE DERMATOSI PSICOSOMATICHE

Medicina psicosomatica significa soprattutto reintrodurre 1'elemento umano nostro rapporto col malato. Nella raccolta dei dati dovrà essere di fondamentale importanza conoscere la sua condizione sociale, avere notizie del suo ambiente lavorativo e della sua situazione psicoaffettiva. Ogni atto medico ha anche un valore terapeutico e quindi la cura comincerà già al primo colloquio col paziente. Il paziente dovrà essere messo a suo agio, si dovrà con molto tatto metterlo al corrente che la "malattia della pelle" può avere a che fare con "certi suoi problemi psicologici", bisognerà aiutarlo a parlare e saperlo ascoltare, perché sappiamo che spesso è caratteristico della personalità del portatore di psicosomatosi non saper verbalizzare le proprie emozioni ed i propri vissuti. Si deve soprattutto sapere quando e quale è il caso nel quale si devono coinvolgere lo psichiatra, lo psicoterapeuta o altri operatori a rete già predisposta, si auspica, a farsi carico in modo adeguato e completo caso psicosomatico".
Al trattamento dermatologico di base si dovrà allora spesso affiancare e, in alcuni casi, dare la precedenza alla psicofarmacologia, con tutti gli efficaci farmaci di ultima generazione, e alla psicoterapia. Di quest'ultima si raccomandano alcune metodiche particolarmente efficaci nelle malattie psicosomatiche come la psicanalisi, la terapia cognitivo-comportamentale, la psicoterapia breve, le psicoterapie corporee e le varie terapie di rilassamento. Da non dimenticare poi e da non sottovalutare una igiene di vita basata sulla famiglia, sulla professione, sullo Sport e sulle vere amicizie. Solo così la cura della pelle, altro specchio dell'anima, sarà completa.

fonte: http://www.bioenergetica.it/Contenuti/Psicosomatica/LA_PSICOSOMATICA_DELLA_PELLE_di_Pietro_Paolo_Rossi/

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