domenica 12 maggio 2013

L'ADOLESCENZA: IL DRAMMA DEL GAMBERO


Lasciare l'infanzia, cancellare il bambino che è in noi, è una mutazione. Talvolta si ha l'impressione di morire. È una mutazione veloce, in alcuni casi troppo veloce. Bisogna adattarvisi e non sempre si è preparati. Si sa che cosa muore, ma ancora non si vede verso che cosa si sta procedendo. C’è qualcosa che non quadra, ma non si sa bene né come né perché. Nulla è più come prima, ma si tratta di uno stato davvero indefinibile.

Si vorrebbe parlare da adulti, ma non se ne hanno ancora i mezzi. Si vorrebbe prendere la parola ed essere ascoltati sul serio. Quando però ci è permesso parlare, troppo spesso ciò serve a giudicarci senza capirci. Ci si fa strada con le parole e ci si ritrova in trappola. Si intuisce che è essenziale abbandonare un giorno i genitori. E allora è necessario cominciare con l'interrompere un certo tipo di rapporti con loro. Ci si vuole avviare verso una vita diversa. Ma che genere di vita? Non sempre si desidera avere quella dei propri genitori. Guardandoli vivere, si crede talvolta di
vedere il proprio futuro e questo spaventa. Ci si sente scivolare impotenti lungo una china. Si perdono le proprie difese, i propri mezzi di comunicazione abituali, senza aver potuto inventarne di nuovi.
QUANDO I GAMBERI CAMBIANO IL GUSCIO, per prima cosa perdono quello vecchio restando senza difesa durante il tempo necessario per fabbricarne uno nuovo. Ed è proprio in questo periodo che sono esposti a gravi pericoli. Per gli adolescenti è un po' la stessa cosa. E fabbricarsi un nuovo guscio costa tante lacrime e tante fatiche che è un po' come se lo si «trasudasse».
Nei paraggi di un gambero indifeso c'è sempre un grongo (un grosso pesce predatore) in agguato, pronto a divorarlo. L'adolescenza è il dramma del gambero! Il nostro grongo
personale è tutto quanto ci minaccia, dentro e fuori di noi, e
a cui spesso non pensiamo. Il grongo è forse il bimbetto che siamo stati, che non vuole uscire di scena e che ha paura di perdere la protezione dei genitori. Ci trattiene nell'infanzia e impedisce di nascere all'adulto che saremo. Il grongo è pure quel bambino collerico che è in noi, e che crede che si diventi adulti litigando con gli adulti. Il grongo, inoltre, rappresenta forse quegli adulti pericolosi, a volte profittatori, che girano attorno agli adolescenti perché intuiscono che sono vulnerabili. I genitori sono consapevoli dell'esistenza di persone del genere e che il pericolo incombe su di noi. Spesso hanno ragione quando ci invitano a essere prudenti,
anche se è difficile accettare tale consiglio.
Ma l'adolescenza è anche un movimento ricco di forza, di promesse e di vita: uno sbocciare. Questa forza è molto importante, è l'energia stessa di questa trasformazione.
Come germogli che spuntano dalla terra, si ha bisogno di
“uscire”. Forse per questo la parola uscire è così importante. Uscire è abbandonare il vecchio bozzolo ormai divenuto soffocante, è anche avere nuove relazioni amorose. “Uscire” è quindi un termine chiave che traduce bene il grande movimento che ci scuote.
In gruppo ci si sente bene, si hanno gli stessi riferimenti, un proprio linguaggio in codice che permette di non utilizzare quello degli adulti.
Non ci sono adolescenze senza problemi, senza sofferenza; questo è forse il periodo più doloroso della vita, ma anche quello delle gioie più intense. Il rischio è che si ha voglia di fuggire da tutto ciò che è difficile. Fuggire fuori da sé gettandosi in avventure dubbie o pericolose, trascinati da persone che conoscono la fragilità degli adolescenti. Fuggire dentro di sé, barricarsi dentro un guscio fasullo. L'adolescenza è sempre difficile, ma, se i genitori e i figli hanno fiducia nella vita, tutto va sempre a posto.
Françoise Dolto

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