Un programma su misura.
Iniziamo dal “positivo”, ossia dai segnali di considerazione che aumentano la vostra autostima, dandovi energia e mettendovi di buon umore.
1. Buttate giù una lista di segnali di apprezzamento positivi che ricevete regolarmente, di tanto in tanto o che avete già ottenuto.
- Il mio capo mi chiama per nome; il mio compagno dice di amarmi.
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Sarebbe utile conservare questa lista (da arricchire nel tempo) in prt4visione di “tempi bui”: ricordarvi dei segnali positivi non potrà che farvi bene! Grazie a questa “scorta”, potreste resistere per un certo tempo a una mancanza di relazioni con gli altri.
2. Fate ora una lista dei segnali di considerazione che vi piacerebbe ricevere.
Vorrei:
- Che i miei amici apprezzassero il mio modo di vestire; che ai miei bambini piacesse la mia cucina.
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Riflettete su quest’ultima lista: potete trovare altri segnali? Se ad esempio il vostro partner è avaro di complimenti, non sarà facile cambiarlo, ma potreste almeno discuterne con lui per cercare di migliorare la situazione
3. Per difendervi ancora meglio, scrivete anche i segnali di considerazione negativi, quelli che vi rattristano e vi fanno credere di essere brutti e inutili …
- Quando un tale mi interrompe durante una riunione; quando il mio partner mi respinge.
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Osservazioni.
Bisognerebbe eliminare, in modo più o meno definitivo, dalla vostra vita i segnali di cattiva considerazione. Una soluzione, nella misura del possibile, sarebbe quella di evitare le persone che li esternano. Tuttavia, si tratta spesso di individui per così dire “imposti” (un capo, un collega, un parente …), che non potremmo fare a meno di vedere.
Fate, però, attenzione a non fuggire dai segnali negativi condizionati! Non è sicuramente piacevole sentirci dire che una cosa non ci è venuta bene, ma alcune informazioni possono essere importanti per aiutarci a migliorare. Ci permettono di imparare e di crescere, fornendoci una prova delle nostre qualità. Del resto, se tutto il mondo ci apprezzasse e fosse sempre gentile con noi (“Va bene così, tu hai sempre bene …”), non sapremmo più qual è la verità.
Tratto dal libro "50 esercizi sull'autostima"
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